E’ Stephan Frucht, direttore della commissione cultura dell’Associazione federale delle industrie tedesche (conosciuta con il nome di Kulturkreis), il protagonista di un interessante incontro sul fundraising culturale, organizzato dalla Facoltà di Arti, mercati e patrimoni della cultura dell’Università IULM di Milano. L’appuntamento da segnare in agenda è: martedì 17 aprile, ore 16.30, aula seminari.
Il tema della lectio, che farà rizzare le orecchie a molti lettori di questo blog è: “La sponsorizzazione in Germania: sessant’anni di esperienza di partnership fra imprese e cultura”. Giuro, non è un refuso: 60 (lo scrivo anche in numeri per rendere meglio l’idea!) sono gli anni di attività di Kulturkreis, organizzazione senza scopo di lucro nata nel 1951 per ricostruire il tessuto culturale di un Paese con profonde ferite, e aiutare giovani talenti nei campi dell’architettura, delle belle arti, della letteratura e della musica.
L’iniziativa, fortemente sostenuta dal primo presidente della Repubblica federale tedesca Theodor Heuss e da personalità di spicco del mondo economico e politico del tempo, ha contribuito a rendere la Germania il quarto Paese al mondo (dopo Stati Uniti, Cina e Giappone) e il primo in Europa, per investimenti nelle sponsorizzazioni. Un binomio, quello tra impresa e cultura, che continua a funzionare con successo sul suolo tedesco: l’ultimo gioiello è quello del BMW – Guggenheim Lab.
Le aziende che aderiscono a Kulturkreis sono oggi oltre 400 e più di 1000 gli artisti che all’inizio della loro carriera hanno potuto contare su un benefattore così sensibile. Qualche nome di talenti ‘in erba’ sponsorizzati? Che ne dite di Thomas Bernhard, Max Ernst, Heinrich Boll, solo per citarne alcuni, e del premio Nobel Orhan Pamuk (la prima traduzione tedesca della sua opera è stata supportata proprio da Kulturkreis)?
L’attività dell’associazione prevede l’istituzione di premi, l’organizzazione di concerti, di mostre, di convegni, l’acquisizione di opere d’arte e la pubblicazione di libri e cataloghi. Al fianco degli imprenditori, in Kulturkreis, ci sono advisor esperti che svolgono un’importante funzione di consulenza: sviluppo e realizzazione di progetti di sponsorship culturale, di iniziative formative o di tipo artistico in ambito corporate. Tra i format adottati con ottimi risultati dall’associazione i working group tematici: arts sponsorship, corporate collecting, cultural tasks abroad, e anche cultural education che, di recente, ha coinvolto persino giovani manager (aspiranti business leader), per stimolarne le azioni creative in ambito lavorativo.
Che si tratti di una formula segreta made in Germany? La mia idea è che quella realizzata da Kulturkreis sia una bussola con ottime capacità di navigazione, uno strumento prezioso per intraprendere un viaggio avendo scelto come punti cardinali 5 principi chiave:
- L’arte è elemento costitutivo della cultura
- La libertà dell’arte è componente essenziale della società
- L’economia tedesca considera uno dei suoi principali compiti sostenere l’arte e la cultura
- L’arte è un requisito essenziale per lo sviluppo di un’economia e di una società responsabile
- Arte ed economia hanno la stessa origine: creatività, coraggio e desiderio di rinnovamento.
Una rotta, forse non a prova di naufragio, ma decisamente chiara e senza fronzoli, in perfetto german style.
Al termine della testimonianza di Stephan Fruch a Milano, è previsto un dibattito moderato da Luca De Biase, ex direttore di Nova del Il Sole 24 Ore, e presidente della Fondazione Ahref.
p.s. Un grazie speciale a una collega, attualmente all’estero, che mi ha segnalato questo appuntamento. Anna torna!! Un fundraiser in più da queste parti fa sempre comodo )