Solo una piccola nota per consigiarvi la lettura dell’articolo di Angelo Aquaro su Affari & Finanza dello scorso 23 aprile: “Modello Systrom il technoesteta miliardario di Silicon Valley”. Il protagonista è Kevin Systrom, meglio noto come Mister Instagram e, da qualche settimana, “Insta-Billionaire, miliardario istantaneo”. Kevin ha appena ricevuto da un altro Paperon de’ Paperoni 2.0., Mister Facebook (al secolo Mark Zuckerberg), 400 milioni di dollari per la vendita della sua Instagram, l’applicazione fotografica più diffusa del web.
Storie di ordinaria imprenditoria (miliardaria) da Silicon Valley? Certo, ma con un tocco d’inventiva europea, anzi italiana al 100%. Sembra infatti che Kevin abbia avuto l’idea di Instagram durante il suo soggiorno di studio a Firenze, come studente della Stanford University, tra un “salto al Bargello e uno a Santa Croce [dove] l’intraprendente smanettone con il ghiribizzo dell’arte elaborò quel progetto che qualche anno dopo sarebbe culminato appunto nella fortunatissima applicazione”. E, come sottolinea Acquaro, “non poteva essere diversamente per un programma che ha fatto della bellezza la sua forza”.
Ma non finisce qui. Sentite cosa dichiara di Kevin la sua prof. Tina Seelig: “Amava la tecnologia. Ma l’ha sempre vista come uno strumento della sua immaginazione. Insomma: come Michelangelo usava il marmo, Systrom oggi usa il software”; e l’amica Clara Shin (autrice del fortunatissimo The Facebook Era) lo definisce un “umanista del ventunesimo secolo”.
Un tipo interessante questo Kevin, non vi pare? Se non ne siete ancora convinti, sentite questa: sapete chi cita Kevin nella sua domanda d’iscrizione a Stanford? Proprio i ‘nostri’ Michelangelo e Donatello. Sono loro, per il giovane Systrom, l’esempio di connubio perfetto tra imprenditoria & arte che, con sommo piacere, scopriamo sia il “dolce tormento” anche di Mister Insta-Billionaire.
E se le idee miliardarie nascessero da folgorazioni culturali?