Questa volta voglio fare un esperimento e invitarvi a usare gli occhi per leggere non parole, ma immagini (molto) colorate.
Non si tratta di un post “fuori tema”, tranquilli! Solo di una divagazione creativa. Quindi, se non vi sentite particolarmente in vena, voltate pagina… pardon cambiate blog (ma solo per il momento!!)
Prima di iniziare, solo qualche indizio: le immagini che vedrete qui di seguito sono foto scattate all’interno di un padiglione di Pitti Bimbo, a Firenze; i ‘soggetti’ fotografati non hanno a che fare direttamente con la moda, ma sono creazioni originali, realizzate da stilisti in erba (oltre 160.000), che hanno usato per atelier i loro banchi di scuola (1200 in tutta Italia)
Pronti? Buona fotolettura…..
Kids Creative Lab nasce dalla partnership tra uno dei più importanti musei d’arte moderna in Italia, la Collezione Peggy Guggenheim, e il brand OVS, noto retailer di fast fashion italiano del Gruppo Coin. Un programma di laboratori creativi, incentrati sul rapporto arte e moda, con un originale Kit d’Artista a disposizione dei partecipanti.
Il progetto ha coinvolto, in tutta Italia, oltre 160.000 bambini delle scuole primarie e dato vita all’originale installazione che avete appena visto (esposta per la prima volta a Venezia dal 24 aprile al 6 maggio, poi arrivata a Firenze e ora in viaggio verso nuove destinazioni). Ingredienti base dell’opera: creatività, feltro e un buon mix di “impresa & cultura”.
Per Philip Rylands, direttore della Collezione Peggy Guggenheim, è “fondamentale che la proposta formativa del museo affronti, congiuntamente e spesso a partire dallo studio dell’arte, tematiche quali la moda, il design, i nuovi media e modi di rapportarsi al reale, perché il dialogo scuola-famiglia-museo possa favorire lo sviluppo di un senso critico ed estetico, continuare ad arricchirsi di stimoli”.
Stefano Beraldo, amministratore delegato del Gruppo Coin, dichiara che la “collaborazione con un’istituzione prestigiosa come la Collezione Peggy Guggenheim, ha rappresentato per noi un’opportunità davvero unica di poter utilizzare la cultura come elemento di contatto con i bambini. Un progetto che ha permesso di avvicinare i bambini all’arte figurativa e alla manualità trasformandoli in fruitori attivi”.
Da testimone oculare dell’installazione, vorrei dire che entrare nel mondo Kids Creative Lab mi ha divertito. Dopo un iniziale momento di professionale distacco (il giornalismo richiede aplomb), mi sono avvicinata al soggetto da indagare (il giornalismo culturale richiede approfondimento), ho cominciato a scattare foto (il giornalismo culturale 2.0 è multitasking) e… le ho sentite.
Voci colorate, disordinatamente allegre, che mi hanno fatto pensare al brusio tipico del dietro le quinte poco prima dell’alzarsi del sipario. Un fiume di energie che al momento opportuno diventa un’unica nota e che spesso fatica a rimanere confinata lì sul palco.
Voci e passioni che hanno voglia di uscire dai teatri, dai musei; hanno voglia di tornare a casa con noi, seguirci sino in ufficio, sui banchi di scuola, continuare a raccontarci tante storie…
E se non ci credete, date un occhio all’ultima foto: è Filippo.
Non pensate abbia fatto bene a portarlo via con me?