Se durante la lettura di questo articolo inizierete a sentire un vago sapore di sale sulla pelle, non preoccupatevi. Non è colpa vostra, ma della sottoscritta, che si è cimentata in un’intervista ad alto tasso di salsedine.
L’appuntamento ero chiaro: “Ti aspetto alle sei sul lungomare di Calalunga, devo assolutamente finire il murales per questa sera. Lunedì parto per il Brasile e starò via almeno un mese”.
Il primo a parlarmi di Davi De Melo Santos è stato un caro amico. Mi aveva incuriosito con la storia di un giovane artista brasiliano che, in piena emergenza rifiuti, a Catanzaro si era messo a dipingere la spazzatura per le strade della città. Le foto erano decisamente originali.
Da quel momento ho inserito dms163 tra i miei contatti Flickr e ho iniziato a seguire i suoi lavori. Un mondo di immagini e colori che ti catturano al primo sguardo e da cui non è facile prendere le distanze. Rimani lì fermo a osservarli con la sensazione che prima o poi inizieranno a raccontarti una storia fatta di storie che raccontano altre storie…
E così eccomi qui, a pochi metri da ombrelloni e sdraio, pronta per la mia prima intervista ‘marina’.
Ciao Davi, ti disturbo?
No, tranquilla. Mi levo le cuffie così possiamo parlare.
Ascolti sempre musica quando lavori?
La musica mi aiuta a concentrarmi. Soprattutto se lavoro in uno spazio dove tutti possono vedermi, ho bisogno di allontanarmi per sviluppare il momento. La musica mi serve acreare po’ di magia.
Su cosa stai lavorando ora?Ho ricevuto un incarico dal Comune di Montauro. Sto realizzando un murales in questo tratto del lungomare di Calalunga che diventerà la piazzetta Rino Gaetano (un cantante che adoro!). Per il disegno mi sono ispirato a Il cielo è sempre più blu, la mia canzone preferita di Rino.
Come è iniziata questa collaborazione con il Comune di Montauro?
Io abito qui vicino d’estate. L’anno scorso ho iniziato a dipingere alcuni cassonetti e delle pietre che si trovano lungo la spiaggia. In Comune mi hanno notato e dopo aver incontrato il sindaco è partito il progetto del murales.
Ma Montauro non è il primo Comune con cui collaboro. Quando mi sono trasferito a Catanzaro, quattro anni fa, mi sono presentato con il mio book in Comune e ho detto: “Io sono un artista, se posso fare qualcosa, sono qui..”Mi occupo di arte da quindici anni – ne avevo sedici quando ho iniziato – e da dieci in maniera professionale. Mi è sembrato naturale.
Molto intraprendente come approccio. E come è andata?
Ho conosciuto l’assessore alla cultura, mi ha presentato alcune persone e ho iniziato a lavorare su vari progetti. Il primo è stato un dipinto nella Biblioteca comunale, nella sala dei bambini, poi sono passato al Tribunale dei minori, dove ho realizzato un altro disegno e l’anno scorso ho dipinto due colonne, alte più di 20 metri, nell’area dello skate park del Parco della Biodiversità.
Mi piace molto dedicarmi a progetti di recupero urbano.
Come quando hai dipinto la spazzatura? Le foto “S.O.S. TRASH” hanno spopolato in rete
Si, è vero, quelle foto hanno avuto un seguito incredibile. Non mi era mai successo prima. In città eravamo in una situazione difficile, la spazzatura non veniva più raccolta e io mi sono detto: bisogna fare qualcosa.
E così è nato “S.O.S. TRASH”. Non volevo creare scandalo, ma lanciare un messaggio.
Comunque mi occupo anche di arte più ‘tradizionale’: ho allestito mostre personali e collettive e ho anche realizzato un’opera per il Museo diocesano di Catanzaro.
Sembra un’esperienza positiva
Diciamo che le cose non sono sempre andate come speravo. Ho capito che gli amministratori pubblici non sempre mantengono le promesse fatte, ma io vado avanti per la mia strada. Vivo in Calabria, ma lavoro in tutta Italia, adesso ho dei miei lavori anche all’estero.
Dove?
In questo momento una mia tela è a Monaco, nel BMW Museum, mentre a Heildeberg ho allestito una mostra personale. Ho vari contatti con gallerie in Germania e ora persino in Thailandia, a Bangkok.
In Brasile, nel 2008, ho partecipato alla Biennale internazionale di Street Art a Belo Horizonte, la città dove sono nato, e quest’anno ho realizzato alcune opere per la Biennale internazionale di Graffiti Fine Art di Sao Paulo.A giugno, a Gemona del Friuli, ero tra gli artisti ospiti dell’International Writing and Street Art Festival “Elementi sotterranei”, e ho dipinto un intero palazzo.
Certo non deve essere stato facile arrivare a Catanzaro da Belo Horizonte
In effetti… E’ stato un bel salto: ero abituato a una città da sei milioni di abitanti!
Il Brasile ti manca?
Si, mi manca. Ma in questo momento mi manca anche la Palestina, sono tornato da poco. Ho lavorato per il Palestine International Festival, mi sono occupato della scenografia del palco, e ho avuto modo di visitare Ramallah, Gerusalemme e Tulkarm. Un’esperienza veramente emozionante. Ho fatto tante riprese e non vedo l’ora di montare un video. Appena pronto ti mando il link.
Parlami dei tuoi lavori. Come nasce l’idea di un murales?
Ogni murales ha un suo senso. Non metto quasi mai dei titoli. Mi piace lasciare spazio all’immaginazione di chi guarda. Credo che sia questo l’unico modo per espandere l’universo, che considero il vero obiettivo dell’arte.
Non m’interessa l’arte “padronizzata”, quella che si riconosce nel padrone di turno, io amo la libertà, e quel senso di spiritualità che tutti noi dobbiamo cercare di far entrare nelle nostre vite. In fondo quello che voglio come artista è dare un senso spirituale ai miei lavori.
Una ricerca piuttosto impegnativa di questi tempi
So perfettamente che viviamo in una società piena di contraddizioni. Una società che si dice cattolica, ma che in fondo sta perdendo ogni giorno di più il concetto del sacro. La Chiesa, il più delle volte, finisce per allontanarti.
E’ un argomento che sento molto forte, ed è per questo che ho iniziato a studiare la figura di Gesù, documentandomi e leggendo molti libri.
Un lavoro che mi ha aiutato a preparare la mostra “Ogni vita è sacra”, ospitata nel complesso del San Giovanni a Catanzaro nel 2011. Ho voluto ritrarre i santi come persone normali: ho dipinto San Francesco e Santa Chiara come una coppia e tra Gesù e Maria Maddalena ho voluto sottolineare il sentimento profondo che li legava, in fondo si amavano… A me piace immaginare che l’aureola sia come un soffio di Dio.
Nei tuoi lavori dipingi molti animali, soprattutto pesci. Come mai questa predilezione?
Il pesce è uno dei simboli più diffusi nel primo cristianesimo, e in molte altre culture è sinonimo di ricerca spirituale. In realtà, però, i miei pesci somigliano molto agli uccelli, come questo che sto dipingendo a Calalunga. Mi piace contraddire l’ovvio nei miei lavori e qui mi sembra il posto adatto. Sono sicuro che a Rino Gaetano piacerebbe.
Come procedi per realizzare un murales?
Dopo un progetto iniziale su carta, uso direttamente lo spray sul muro.
So che hai fatto delle esperienze particolari da docente, vuoi parlarmene?Si, certo. Ho lavorato nel carcere minorile di Catanzaro. Abbiamo organizzato un corso di street art e lo abbiamo proposto ai ragazzi, avevano tra i 18 e i 21 anni. Il programma prevedeva una parte teorica e poi un lavoro pratico per la realizzazione dei murales. E’ stata una bella esperienza.
Nel 2011 ho anche fatto un laboratorio di street art per i ragazzi del Centro polivalente di Fontana Vecchia, una struttura del Comune.
Sogni nel cassetto che vorresti realizzare?
Riuscire a guadagnare di più, per stare tranquillo. Vorrei poter investire sulla mia marca di street wear (disegno magliette che faccio realizzare in Sicilia e poi esporto in Brasile) e soprattutto vorrei comprare degli spazi per far conoscere l’arte a tutti.
Ci sono persone umili che non possono permettersi di pagare il biglietto di un museo. Ecco perché mi piace lavorare in strada, qui ogni cosa si vede e si lascia vedere senza alcuna barriera.
Cos’è l’arte per te?
L’arte è una storia raccontata bene. Io all’inizio disegnavo spesso mostri, immagini molto forti e aggressive. Poi è arrivato mio figlio Mattias e mi sono chiesto se fosse giusto continuare in questa direzione. Ho pensato fosse meglio non spaventarlo.
In fondo anche quella dell’artista è una professione e bisogna saperla vivere seriamente e con amore. Io sono fortunato, faccio quello che amo. Purtroppo in molti oggi non scelgono quello per cui sono nati e questo è un vero problema… Non credi?E come fai a contraddire un artista che, sotto il sole di agosto, si lascia intervistare mentre lavora e ti parla di fede e amore, ascoltando Michael Jackson?
Nel frattempo ci hanno raggiunto Mariae il piccolo Mattias, un mix perfetto di riccioli carioca e verve calabrese. Li guardi e pensi che il confine tra arte e vita, spesso, è proprio sottile… Secondo me sono una famiglia da non perdere di vista!
Uma pintura sem sentimento, è como um corpo sem alma
Davi De Melo Santos
p.s.: Visitate il sito di Davi per rimanere aggiornati e, un’ultima cosa, Aldo, grazie!