Qualcuno già lo definisce “il concertone”, molti hanno iniziato il conto alla rovescia. La notizia è che il maestro Riccardo Muti, in primavera (la data definitiva sarà comunicata nelle prossime settimane), dirigerà 400 ragazzi di 90 bande musicali calabresi. E il luogo scelto per il grande evento è la Piazza d’Armi della scuola Carabinieri di Reggio Calabria.
Il primo incontro tra Muti e i giovani musicisti calabresi è avvenuto nel 2006 quando il maestro, a Reggio Calabria insieme all’orchestra Cherubini, fu incuriosito dalla storia di un farmacista che, per allontanare i ragazzi dalla strada, aveva creato un’orchestra giovanile a Delianuova, in Aspromonte. Muti volle ascoltare i 69 ragazzi e, colpito dalla loro passione e professionalità, decise di ospitarli (e dirigerli) al Ravenna Festival due anni dopo.
A comunicare l’appuntamento del 2012 è Eduardo Lamberti-Castronuovo, assessore alla Cultura della Provincia di Reggio Calabria ed editore di Reggio TV (un’emittente locale che definisce la cultura il suo “cavallo di battagia” e “trasmette opere liriche intere in co-produzione con enti lirici, amministrazioni ed associazioni cultural-musicali, anche fuori regione”). Intervistato da Anna Bandettini su la Repubblica (30 dicembre 2011) Lamberti-Castronuovo dichiara:
La cosa bella non è solo che i ragazzi sono diventati protagonisti della vita culturale, ma che la politica e le istituzioni se ne sono finalmente accorte”.
Qualche esempio? A Laurena di Borrello il sindaco ha dato ai ragazzi un vecchio convento ora diventato scuola di musica e a Locri si studia musica in un vecchio carcere.
Per il maestro Muti l’esperienza calabrese ha il sapore di una piccola rivoluzione morale oltre che artistica, come sostiene dalle colonne di Repubblica:
Amare la musica […] è una conquista culturale […] la grande soddisfazione che questa esperienza mi ha già dato: quando mi hanno raccontato che ragazzi di famiglie che da anni alimentavano le faide, stavano uno accanto all’altro sullo spartito, dimostrando ai loro genitori come è facile collaborare”.
Un progetto culturale che da piccolo sogno di provincia diventa una grande occasione di riscatto e sviluppo sociale. Un investimento che dovrebbe attirare l’attenzione di tanti: imprenditori e singoli cittadini!
E tra qualche settimana ritornerò a parlare di giovani bande musicali, un’esperienza questa volta made in Tuscany;)