Devo ammettere che ‘ospitare’ Riccardo Luna, sia pure in versione citazione, tra le pagine di questo blog mi suscita una certa soddisfazione.
Non solo per la fama del personaggio (una specie di radar puntato sul cosmo innovazione), ma perché anche lui (ne ero sicura!) ha finito per parlare di cultura, per l’esattezza di investimenti in cultura.
L’occasione è la trasformazione in legge, fissata per martedì 11 febbraio, del decreto Destinazione Italia, un piano messo a punto dal governo per rendere più facile investire nel nostro Paese.
Tutto chiaro? Non proprio. Negli ultimi giorni sembra ci sia stata una corsa alla norma last minute, come da prassi italiana, e il risultato appare piuttosto confuso.
Ma, dato che Riccardo Luna (per fortuna) è di quelli che vedono il bicchiere mezzo pieno, dalle colonne di Repubblica ci rassicura sulla sopravvivenza, nel testo finale del Decreto, del “visto per gli startupper“, coloro i quali vogliono aprire un’impresa innovativa in Italia.
Ma davvero qualcuno vorrà farlo? Ecco cosa risponde Luna:
E’ un po’ che mi preparo per questo momento e la risposta che mi sono dato è che c’è un solo motivo per convincere dei giovani di talento a venire nell’Italia di oggi: occuparsi di beni culturali.
Aiutarci a valorizzare il nostro patrimonio con l’innovazione. Startup tecnologiche su musei, parchi archeologici, restauri di capolavori cercansi.
Startupper qui Italia: abbiamo (tante) opportunità per voi!