Magari l’idea non è delle più originali di questi tempi, o forse si. Fatto sta che il 7 gennaio il Fai, Fondo ambiente italiano, ha lanciato le Primarie della Cultura: la prima consultazione popolare con l’obiettivo di promuovere soluzioni concrete nell’ambito della cultura, del paesaggio e dell’ambiente.
“Se non puoi scegliere il candidato, scegli le sue idee”: è questo il messaggio chiave di un’iniziativa nata all’interno dl gruppo giovani della Fondazione (e forse non è un caso) e diventata in breve tempo un progetto reale e operativo.
Si è partiti dall’individuazione dei 15 temi candidati, una lista dei sogni da capogiro per gli addetti ai lavori, che vanno dal sostegno pubblico per la cultura alla difesa dei centri storici, dalla pianificazione delle risorse agli incentivi fiscali, dall’istruzione alle politiche integrate per il turismo, senza dimenticare il mondo 2.0 e quello delle start-up.
Per partecipare al voto basta collegarsi al sito delle Primarie, effettuare la registrazione e poi scegliere sino a tre temi di nostro gradimento. Si potrà votare sino al 28 gennaio. A urne chiuse si procederà ai conteggi e i cinque temi che avranno ottenuto maggiori consensi saranno presentati ai candidati delle prossime elezioni politiche, che potranno impegnarsi pubblicamente a sostenerli in caso di vittoria.Al momento i voti raccolti hanno superato quota 33mila, ma sarebbe importante raggiungere una cifra davvero importante. Quindi, bando agli indugi e passiamo all’azione.
Ecco i 15 ‘candidati’ in gara:
- Non 1 di meno: quota minima 1% dei soldi pubblici per la cultura
- Chi tocca il suolo muore: stop al consumo del paesaggio
- Io non dissesto: piani certi per la sicurezza del territorio
- Io centro: difendere i centri storici
- Basta leggi mancia: piani triennali per le risorse della cultura
- Agri-cultura: più lavoro e benessere a km zero
- Legge speciale: per il terzo settore che opera nei beni culturali
- No profit, no tasse: incentivi per chi opera nei beni culturali
- Ricomincio da tre (ore): piu’ storia dell’arte a scuola
- Mi ricordo, sì, io mi ricordo: salviamo le biblioteche
- Progetto mibac 2.0
- Più start-up per tutti: vere agevolazioni per i giovani
- Meno italialand, più italia: politiche integrate per il turismo
- Restauro, resta con noi: tutelare l’artigianato di qualità
- Diritto allo studio, dovere di finanziarlo
Prima di concludere, una piccola nota a margine. Sui giornali ieri è comparsa la notizia che il professore Salvatore Settis, storico dell’arte ed ex direttore della Scuola Normale di Pisa, si è dimesso dal consiglio del Fai, in seguito alla candidatura nella lista Monti della presidente dell’associazione, Ilaria Borletti Buitoni. Il professore Settis non ha gradito l’appoggio esplicito a “un Presidente del Consiglio che in oltre un anno di governo non ha mostrato la minima sensibilità per i problemi dell’ambiente, dei beni culturali, della scuola, dell’università, della ricerca, della cultura” e anche nella famigerata Agenda, sottolinea Settis, la lacuna persiste.
Che dire… “il culturale” è decisamente diventato “politico”